La rete stupida di David Isenberg e il successo degli OTT

David Isenberg, con grandissima lungimiranza, ha scritto nel 1997 questo articolo anticipando tematiche  tuttora attualissime sopratutto in riferimento alle reti mobili. Leggendolo con attenzione ci spiega il perché del fallimento di tutti i servizi “innovativi” proposti dagli operatori (come ad esempio videochiamata, mms, community, dvb-h ecc) a favore degli OTT che non solo sono riusciti ad aggiudicarsi quote di mercato rilevanti , ma hanno anche espropriato gli operatori dei ricavi provenienti dai servizi tradizionali (sms e chiamata voce).

All’epoca David lavorava come dipendente alla At&t sulla cosiddetta “Rete Intelligente”: l’obiettivo era quello di migliorare la rete telefonica aggiungendo apparati specifici volti ad ottimizzare il trasporto della voce. Queste ottimizzazioni portavano vantaggi per il trasporto delle chiamate vocali ma ostacolavano il traffico dati che già alla fine degli anni ’90 del secolo scorso era in netta crescita.

Presupposti Obsoleti

Il problema principale delle compagnie telefoniche sarebbe stato quello di basarsi su presupposti obsoleti e superati ed in particolare:

  • le costose infrastrutture di rete possono essere condivise per la creazione di servizi premium
  • le telefonate vocali generano la gran parte del traffico
  • la tecnologia più importante è la commutazione a circuito per le chiamate vocali
  • la compagnia telefonica è in controllo della propria rete

Le compagnie telefoniche continuano a basarsi su questi presupposti senza tener conto della crescita esponenziale del traffico dati e delle diverse tipologie di servizi che possono essere veicolate tramite rete telefonica.

Questa situazione specifica per un carrier di telefonia via cavo  negli anni 90 si è ripetuta nei 10 anni successivi nel panorama delle telecomunicazioni mobili italiane. Solo nel 2007 le telefoniche (grazie ad illuminati pareri di consulenti strategici)  si sono accorte dell’importanza della rete dati ed hanno iniziato a promuoverla.

Incontrare le esigenze del consumatore:

Isenberg critica il metodo di approccio allo sviluppo prodotti delle compagnie telefoniche: la loro struttura mastodontica ed i rigidi processi le rendono molto poco agili con il risultato che il time to market è eccezionalmente lungo. Per questo motivo una rete aperta consente l’ingresso ad operatori esterni che , in competizione tra loro,  possono offrire servizi migliori .

L’autore prosegue descrivendo come dagli anni 70, quando sono state introdotte le prime centraline telefoniche a commutazione computerizzata, si sia anche lavorato per introdurre nuove funzionalità intelligenti come la deviazione di chiamata, la possibilità di interagire con la rete utilizzando il tastierino numerico per selezionare varie opzioni, l’invio del numero del chiamante in chiaro ecc…

Tutte queste funzionalità hanno portato allo sviluppo della cosiddetta “rete intelligente” capace di fornire servizi aggiuntivi ma inflessibile e incapace di trasmettere un’informazione non interpolata come dovrebbe fare una “rete stupida”.

Isenberg prosegue descrivendo la propria esperienza lavorativa: il suo compito era quello di migliorare la qualità della voce sulla rete intelligente.  In un contesto di “rete stupida” gli sarebbe bastato variare il bitrate con il quale viene trasportata la chiamata. La rete su cui stava lavorando  era codificata a 64 kbit al secondo: essendo una rete intelligente questo parametro era legato all’intera struttura di rete e una eventuale variazione avrebbe richiesto la sostituzione di tutti gli apparati ad eccetto dei fili!

Per realizzare il miglioramento della qualità vocale ha dovuto quindi lavorare con esperti di psicoacustica per incrementare il volume delle basse frequenze. Il suo lavoro è stato però limitato anche in questo caso in quanto diversi apparati di rete (modem, fax ecc..) avrebbero smesso di funzionare qualora il trasporto della voce fosse stato veramente ottimizzato.

Questo lo ha fatto riflettere sul vantaggio di una rete stupida capace di trasmettere i dati senza interpolazioni: questa rete stupida consentirebbe di effettuare modifiche semplicemente intervenendo sul software del terminale dell’utente.

Da qui la sua frase più famosa “JUST DELIVER THE BITS, STUPID”: la rete stupida esiste già ed è internet.

La rincorsa alla rete intelligente è paragonabile, secondo Isenberg, al tentativo direndere le barche a vela più veloci dopo l’invenzione dei battelli a vapore nella metà del 1800.

Nella sua lungimiranza vede la cannibalizzazione dei servizi delle Telco e offre anche uno spunto molto interessante per uscire da questo impasse che le compagnie telefoniche al oggi non sembrano ancora aver individuato.

 

Testo completo originale dell’articolo in lingua inglese

 

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